venerdì, gennaio 30

Eutanasia


Eccovi un altro tema delicato da commentare, proposto da un vostro compagno dell'Intermedio, Santiago.

Eluana Englaro (Lecco, 25 novembre 1970) è una studentessa italiana, entrata in coma nel 1992 a seguito di un incidente stradale e ora in stato vegetativo persistente. Il suo caso ha scatenato in Italia un grande dibattito sull'accanimento terapeutico e sull'eutanasia.

http://it.wikipedia.org/wiki/Eluana_Englaro

http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=3.0.2573072249

L'opinione della Chiesa sul caso

Ultime notizie

Puoi rispondere all'inchiesta che troverai sopra.

13 commenti:

Unknown ha detto...

mai piu l'eutanasia é come l'aborto un stile d' assassinio ammetteto in paesi comunisti e socialiste. Dov'é il diritto a la vita? io non sono catolico ma pensa se tua mama fare l'eutanasia o aborta tu non starias vivo o viva

Merche ha detto...

Eduardo, non essere così categorico nei tuoi commenti, bisogna analizzare ogni situazione con dettaglio.
In alcuni casi l'assassinio, secondo me, è mantenersi con vita (nel caso dell'eutanasia).

Anonimo ha detto...

Io diffendo il diritto di vivere degnamente e il diritto di muorire degnamente; morire degnamente è anche avere vissuto degnamente. Ho visto il film "Mar adentro".Lo avete visto?. San Pedro aveva bisogno di noi per concludere con la sua sofferenza. Aveva bisogno di pace, sia qui o sia là. Sirva la sua memoria e la sua storia per essere più umani. Se io posso aiutare con una parola a mitigare una tristezza sicuro la dirò. Se la medicina può aiutare a mitigare un dolore di sicuro la utilizzerò. Se vivere significa una sofferenza insopportabile, una condanna, un inferno e io non posso liberarmi mi piacerebbe che qualcuno mi aiutasse a smettere di soffrire come un´ultimo atto di amore verso me.

Anonimo ha detto...

Molto spesso si parla del diritto a una vita degna ma non si rifletta così spesso sul diritto a una morte degna. Penso che l' eutanasia sia una decisione affatto intima, personale. Nessuno di noi dovrebbe giudicare a quelli che ci stanno. Imaginate come se la cavi quel che soffre una malattia terminale per affrontare ogni giorno.Sono rimasta colpita dalle parole d'una donna affinchè fosse capita la sua decisione e vi lasciole : "Voglio smettere da non vivere "

Anonimo ha detto...

Ognuno ha un’opinione diversa sul tema “Che cosa è una vita degna?”. Per Ramón Sampedro, la sua non lo era, ma per Stephen Hawking, invece, che nemmeno può parlare da sé stesso, sì, e quindi, ha deciso di continuare a vivere. Al mio parere, se la persona è lucida, e non depressa, sembrerebbe logico che la decisione dipenda soltanto da lei.
Eppure, se la persona non è cosciente, come nel caso di Eluana Englaro, la questione diventa più complicata. In realtà, se il cervello ha smesso di fonzionare, affermare che la persona rimane viva è forse una finzione. Ma, d’altra parte, la scienza non si ferma mai. Come sapere che fra qualche anno i medici non potranno guarirla? Oppure può ricuperare la salute da sola, senza aiuto. C’è già stato qualche caso.

Anonimo ha detto...

Sono assolutamente d'accordo con le parole di Gabriela-.
Si tratta di una decisione molto personale.
17 anni fa, nel anno del'incidente stradale, Eluana anglaro ha preso la sua decisione: non vivere di maniera vegetatita.
Suo padre lotta per risppetare la sua volontà. I altri non conoscono questa sofferenza.

Merche ha detto...

Si è riaperto il dibattito in questi giorni, dovuto al caso di Eluana.

Oggi è morta dopo 17 anni di incubo e di condanna per i genitori.

Se volete approfondire troverete l'articolo a:
http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/cronaca/eluana-englaro-3/addio-eluana/addio-eluana.html

Eluana adesso è libera, secondo me, quindi Eluana, RIPOSA IN PACE.

E per favore, Chiesa, non vi permettete di fare ancora giudizi sulla dignità della vita. La vita è degna quando la si vive, non quando la si soffre in modo estremo, come nel caso di Eluana.
Merche

Patxi ha detto...

Eutanasia??Davvero, un tema delicatíssimo.Dobbiamo analizzarlo in profonditá.Secondo me, diritto a la vita sí, e anche diritto a la morte degna.Tutto dipende nel modo, ogni caso é differente.Dopo questo, gli alti carici della política hanno molto da dire, hanno nelle sue mani delle norme,leggi che ci piacciano o no, dobbiamo rispettare.
In altro ordine, non dimenticare, esiste in nostro paese, la legge che raccoglie il diritto del infermo alle sue volonté anticipate,voglio dire con questo, il malato lascia costanza previamente,per scrito, dei suoi desideri, su i procedimenti medici a seguire, per quando sia in situazione di non potere esprimere personalmente la sua volontá.Un chiaro esempio sarebbe, evitare la sofferenza, e un altro, non prolungare la vita artificialemente.
Adesso, ogni uno di voi, pensate cosa fareste in questo caso.
TEMPO DI RIFLESSIONE......

Merche ha detto...

Tempo di riflessione Patxi, soprattutto per il governo italiano e la Chiesa, che hanno riaperto questo dibattito in un modo vergognoso, a mio parere, sia per la famiglia di Eluana che per la propria donna. Riflettiamoci, sì, e rispettiamoci senza cadere nella demagogia e nella strumentalizzazione di essere umani.
Oggi ho letto sui giornali italiani che hanno accusato il padre di Eluana di averla assassinato. E guardate paradosso, ho anche letto che tempo fa la moglie di Berlusconi aveva abbortito all'estero...
L'ipocresia della destra italiana non ha limiti, speriamo che i cittadini italiani reagiscano e facciano ritornare un governo "degno di vita".
Merche

Anonimo ha detto...

Secondo la religione cristiana, la vita non appartiene alla persona, ma a Dio. Dunque, soltanto Dio può decidere di toglierla. E colui che la toglie a sé stesso o a un'altro commette un peccato grave. Secondo questo ragionamento, che certamente si può condividere o no, l’opinione della Chiesa è logica ed onesta. Al mio avviso, però, la questione rimane complessissima.

Merche ha detto...

Santiago, che è una questione complessissima, non c'è dubbio, ma che sia Dio a toglierci o a darci la vita...

Anonimo ha detto...

Vi ricordate del cannibale tedesco, Armin Meiwes? Questa vicenda può anche essere considerata come un caso di eutanasia? Lo dico perché l’uccisione è avvenuta col consenso della vittima. Eppure, il signor Meiwes è adesso in prigione. E nessuno difende la sua condotta. Cosa ne pensate?

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/12_Dicembre/03/cannibale.shtml

Anonimo ha detto...

scrivo di nuovo l'indirizzo dell'articolo
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/
2003/12_Dicembre/03/cannibale.shtml